28 maggio 2012

ITSUKU HASEGAWA_ HOUSE IN NERIMA


Tokyo_1986


Il progetto di Hasegawa prende forma dalla sua interpretazione di “architettura secondo natura”. 
In questa linea di progetto intende impostare l’architettura verso la natura, la quale è stata schiacciata fuori dalla città dal rapido, e anche spesso, avventato sviluppo urbano in Giappone.
Da un lato richiede la reintegrazione della natura nel mondo dell’ architettura, dall’altro l’architettura non deve essere rigida ma flessibile e aperta alla natura.
La casa è suddivisa in due appartamenti, uno per un poeta e la moglie, l’altro per la loro figlia. La Nerina House è composta in due sezioni: nel mezzo si trova la corte d’entrata, parzialmente occupata da una scala esterna, che connette le due residenze.
Sopra la scala, oltre la terrazza sul tetto, è presente una lamiera ondulata che scende dolcemente e contribuisce a riunire, anche visivamente, i due appartamenti.
L’alluminio traforato delle parti esterne permette allo stesso tempo di integrare la natura all’interno, e dall’altra parte, escludere la città dall’intimità domestica.





Bibliografia


  • AAVV,“House in Nerima”,JA, n.11, 12/1986, pp.355-356


  • Ulteriori informazioni sulla casa qui

24 maggio 2012

TADAO ANDO_KIDASAKI HOUSE

Tokyo_1986


Localizzata in un tranquillo quartiere suburbano di Tokyo, questa casa è un’unità multi- abitativa, costruita nel 1986 per tre famiglie.
Il progetto prevede la privacy in ogni singolo spazio familiare e, nello stesso tempo, incoraggia le interazioni tra gli abitanti, quando lo richiedono le loro attività quotidiane.
Questo è ottenuto tramite l’introduzione di un cortile comune e terrazze a diversi livelli attorno all’edificio.
La struttura è un volume cubico, situato all’interno di un perimetro delimitato da un muro che protegge il lotto. Il muro termina in un quarto di cerchio che guida il visitatore all’interno dell’edificio.
La posizione quasi centrale della casa nel sito crea una serie di stanze vissute come spazi esterni attorno alla casa, le quali fungono come “zona cuscinetto” attorno alla vita familiare.







Bibliografia

  • Francesco Dal Co, Tadao Ando / volume 1 1969-1994, Electa
  • Francesco Dal Co, Tadao Ando: Complete Works. Phaidon Press, 1997
  • Tadao Ando 1983-2000, El Croquis 44+58
  • Altre immagini della casa qui
  • Sito ufficiale Tadao Ando qui





22 maggio 2012

TOYO ITO_ SILVER HUT

Tokyo_ 1984


Questa casa, costruita nel 1984, è costituita da colonne di cemento poste su una griglia di 3,6 m con sette coperture curve, a forma di volta, che si intersecano dolcemente tra di loro. 
La volta più larga presenta una doppia campata, copre il cortile ed è rivestita da una tenda che si può aprire e mostrare il cielo.
Le altre sette volte, poste attorno a quella centrale, coprono il soggiorno, la zona living, pranzo, cucina, camere e la stanza in stile giapponese.
Tutte queste volte, poste ad altezze diverse, appaiono come un gruppo di capanne primitive.
Quasi l’intero piano, inclusa la corte, è rivestito da piastrelle tradizionali giapponesi, che richiamano la terra compatta del pavimento del minka, la casa vernacolare giapponese.
Per contrasto, i materiali contemporanei sono utilizzati in abbondanza nei tetti, nei muri sia interni che esterni, dove la lamiera metallica dà l’idea di una costruzione futuristica.
Queste due distinte immagini ( quella della capanna primitiva e quella high- tech spaziale) potrebbero apparire come l’una la contraddizione dell’altra.
Ma è precisamente questa giustapposizione che caratterizza la Tokyo contemporanea.
Lo spazio aperto è migliorato dalla luminosità che filtra attraverso l’alluminio traforato e dalla tenda di stoffa che ricopre la volta principale, la quale copre dolcemente il tutto come una sottile membrana.






Bibliografia


  • Longobardi, Giovanni, a cura di, Toyo Ito, antologia di testi su l’architettura evanescente, Edizioni Kappa, Roma, 2003
  • Maffei, Andrea, a cura di, Le opere i progetti gli scritti Toyo Ito, Electa, Milano, 2001
  • Kestenbaum, J, "Toyo Ito's Silver Hut", Domus, n.668, 1986, pp.27-29

15 maggio 2012

KAZUO SHINOHARA_ HOUSE IN YOKOHAMA

Yokohama_1984

Questa “macchina a zero gradi” del 1984 differisce dal modello idealista dei pionieri del Modernismo nella prima parte del XX secolo.
Primo, Shinohara trova un’importante ispirazione nell’estremamente complessa tecnologia sviluppata nella seconda parte del XX secolo, secondo il suo progetto è interamente privo delle forme semplificate che caratterizzano il primo Modernismo.
Posizionato su un terreno boscoso digradante, l’edificio sorge unito ad una vecchia casa tradizionale.
I vari spazi, ognuno dei quali corrisponde ad una data funzione, vengono uniti bruscamente come se fossero stati progettati e assemblati come parti di una macchina fantascientifica.
L’architetto dà il via a questo inaspettato “stile di aggregazione” che genera quello che Shinohara chiama “rumore casuale”; in tal modo la casa diventa una giustapposizione di unità spaziali appartenenti a differenti contesti compositivi.
Questa costruzione sembra fuoriuscire dal terreno in modo controllato ma aggressivo, fusione di acciaio, cemento e lamiera ondulata.
Una piccola tatami room, con un tetto a gradini, si unisce in modo apparentemente illogico al resto del volume.
Le porte e le finestre acquistano una varietà di forme geometriche che interagiscono in modo inaspettato con l’uomo e permettono una differente penetrazione della luce all’interno.
Il quarto di cilindro del volume promuove un unico dialogo tra l’immacolata superficie degli interni, gli iconici arredi e in modo casuale la struttura e le sue frammentate visuali.
La casa viene venduta e demolita nel 1995.





Bibliografia
 

  • AAVV, “House inYokohama, Kazuo Shinohara”, JA, n.57, spring 2004, pp.68- 73

11 maggio 2012

KAZUO SHINOHARA_ HOUSE IN UEHARA

Shibuya_ 1976


La casa che Shinohara progetta, come molte altre a Tokyo, sorge lungo una strada molto stretta, in un contesto residenziale piuttosto congestionato. Questo spinge l’architetto a concentrarsi verso gli spazi dell’abitare piuttosto che verso l’intorno: infatti le poche finestre cercano di celare il più possibile l’interno dal mondo esterno.

La stessa struttura in cemento armato a vista tende a creare un segno netto e ben definito che la separa dal contesto circostante. Gli elementi della struttura, che si trovano in corrispondenza della pelle dell’edificio, sono particolari nel loro andamento “ad albero”, costituiscono l’unico mezzo di comunicazione verso l’esterno, mentre quelli all’interno suggeriscono uno spazio giungla, come un’estensione del paesaggio urbano di Tokyo.
Questi elementi hanno anche la funzione puramente rappresentativa di suddividere gli spazi al piano primo, dove si trovano la maggior parte delle situazioni abitative: cucina e soggiorno da una parte e due camere dall’altra.
Al piano terra, dove trova posto l’automobile, si trovano gli spazi di servizio come lo studio, la camera oscura e un deposito.
Al piano secondo si trova la camera padronale enfatizzata dal tetto a forma di volta, rivestito in lamiera ondulata e da due finestre circolari.
Un particolare della casa consiste nell’ampia parte a sbalzo in cemento armato (anche questa caratterizzata dagli elementi strutturali ad “albero”) che copre il posto macchina.


La casa resta una delle più rappresentative architetture concettuali di Shinohara degli anni ’70.




Pianta piano terra

Pianta piano primo

Pianta piano secondo

Vista dalla strada




Bibliografia
  • AAVV, “House in Uehara, Kazuo Shinohara”, JA, n.57, spring 2004, pp.64-67
  • AAVV,”Kazuo Shinohara” Ernst&Sohn, 1994, pp.66-73
  • AAVV, “House in Uehara 1975-1976”, in 2G n.58-59, pp.50-51- pp.162-175
  • Botond Bognar,”The Japan Guide”, 1994, p.124

8 maggio 2012

TOYO ITO_U-HOUSE

Tokyo_1976


Costruita nel 1976 questa casa è localizzata in un’area residenziale alla periferia di Tokyo e si trova vicina al Shinjuku Sky- Scrapers.
Il quartiere è un mix di case di legno, appartamenti in blocchi e piccoli e medi condomini.
La struttura della casa è in cemento armato, con due “U” , due muri paralleli che circondano un cortile a forma di ferro di cavallo di circa 75 mq.
Il tetto pende verso il centro del cortile interno.
Il tubolare, quasi “intestinale” spazio, si estende tra i due muri paralleli come se fosse una strada ed è rifinito con intonaco bianco.
La luce naturale penetra attraverso poche fenditure, disposte con molta cura e attenzione, che si aprono tra il tetto e i muri.
I livelli delle diverse gradazioni di luce negli interni aggiungono in modo elusivo morbidezza allo spazio, e questo genera un fittizio, o come Ito dice “un utopistico mondo racchiuso che contrasta con la realtà esterna”.

Scorcio dall'alto

Vista interna sul corridoio


Bibliografia


  • Longobardi, Giovanni, a cura di, Toyo Ito, antologia di testi su l’architettura evanescente, Edizioni Kappa, Roma, 2003
  • Maffei, Andrea, a cura di, Le opere i progetti gli scritti Toyo Ito, Electa, Milano, 2001


3 maggio 2012

TAKAMITSU AZUMA_TOWER HOUSE

Jingmae_1967


Localizzata in un sito urbano eccezionalmente stretto (circa 10 mq), questa piccola residenza in cemento armato è organizzata su 5 piani: il risultato è una snella torre abitativa.
Un’intricata e stretta scala, anch’essa in cemento armato, collega i diversi spazi. Il livello seminterrato ospita il soggiorno, mentre nel piano terra si trova il posto auto; l’entrata, la cucina e la sala da pranzo sono al primo piano; il bagno al secondo, la camera padronale e quella dei bambini si trovano rispettivamente al quarto e quinto piano. La Azuma Residence è un esempio estremo delle configurazioni spaziali imposte dalla scarsità di siti nel centro delle città e dall’esorbitante prezzo del suolo nelle aree metropolitane. La casa è un’innovazione per edifici di questo tipo e preannuncia il trend che col tempo è conosciuto in Giappone come “pet architecture”.


Sezione e piante dei livelli


Bibliografia

  • AAVV, “Tower House, JA n57, spring 2005, p.136
  • Botond Bognar, The Japan Guide, New York : Princeton Architectural press, 1995, p.130
  • AAVV, Azuma residence”, JA, n.66, summer 2007, p.8