18 agosto 2014

NAOTO YAEGASHI_Porouse/Release

Miyagi, 2001  

L’esigenza dei committenti era quella di prendere le distanze dalla quotidianità e dal caotico intorno costruito, di poter usufruire di spazi diversi, inusuali e rilassanti. La loro volontà, unita all’intento dei progettisti “di non rimanere confinati nello spazio”, ha dato origine a un ambiente circondato da una “pelle” porosa che consente ai proprietari di sentirsi maggiormente a contatto con la natura, attraverso gli stralci di cielo che irrompono nella casa. 
Il piccolo ambiente, che è dotato di un centinaio di aperture, svolge la funzione di ampliamento della residenza principale, che si trova in un quartiere a elevata densità abitativa a Tagajo. 
Le piccole aperture, di dimensioni simili e disposte in maniera casuale in facciata e in copertura, lasciano penetrare la luce e allo stesso tempo non obbligano gli abitanti a una percezione completa del confuso paesaggio urbano circostante, che entra nella casa filtrato e in qualche modo depurato. Sebbene le aperture siano numerose e disposte ovunque, l’intimità degli abitanti non è compromessa, grazie a una particolare membrana disposta sui vetri che permette di evitare l’uso di tende o schermature.
I raggi solari raggiungono l’interno del piccolo ambiente illuminando il pavimento e le pareti, in un gioco di tonalità e riflessi che cambiano a seconda delle diverse ore della giornata e delle stagioni dell’anno.
L’ampliamento della residenza principale è disposto su tre livelli: il seminterrato, con i garage e la scala di risalita, il primo piano, collegato alla cucina della casa esistente che ospita la sala da pranzo a doppia altezza e il soggiorno e il secondo piano in cui si trova lo studio.
La struttura è realizzata in calcestruzzo a vista al piano seminterrato e in legno ai piani superiori; la lucentezza delle facciate esterne è ottenuta per mezzo di lamine di acciaio galvanizzato rivestite di alluminio, mentre l’uniformità dei prospetti interni è conseguita attraverso pannelli di compensato di tiglio giapponese.

Pianta piano terra
Pianta piano primo


Pianta tetto

Prospetto principale
Bibliografia
  • AAVV, JA n.48, winter 2003
  • Chiorini, Francesca, Casa in Giappone, Electa, Milano, 2005
  • Altre informazioni sulla casa qui


12 febbraio 2014

JUN TAMAKI_Rappa Home


Osaka, 2001


L'abitazione si trova in una zona densamente abitata ad Osaka, e si presenta come una casa che appoggia solo sull’ambiente al piano terra e si sviluppa per intero al primo piano.
In corrispondenza dell’aggetto del piano primo al secondo si apre un terrazzo che convoglia la luce verso l’interno: il progetto è concepito come un binocolo estensibile.
Questo protendersi dell’edificio “a caccia di luce” crea un interessante zona d’ombra al piano terra, il quale si trova arretrato rispetto agli altri edifici esistenti dando così origine ad uno spazio coperto. 

Pianta piano terra-piano primo- piano secondo
Prospetto frontale- sezione


Scorcio dalla strada


Bibliografia
  • AAVV, Minihauser japan, Verlag, Anton Puster Salzburg, Salisburgo, 2000, pp.60-63
  • Piccoli Cloe, “Giappone, piccolo imprevisti metropolitani” http://dweb.repubblica.it/dweb/2003/01/18/attualità,luglio2008




28 novembre 2012

LIFE AND SHELTER ASSOCIATES_K-House


Progetto non realizzato, Tokyo, 2001
Quando un appezzamento è localizzato in un’area a bassa densità abitativa, è possibile, lavorando con il contesto, avere più controllo non solo sull’ambiente circostante, ma riuscire così a concepire un edificio aperto verso l’esterno.
Per la progettazione di Foo e S- House i volumi dalle forme e linee sinuose, si dispongono all’interno dei rettangoli spaziali a loro assegnati. Così dentro questi stretti spazi si vengono a definire le funzioni indispensabili in una casa, mentre all’aperto si organizzano quelle destinate al di fuori, senza però creare continuità tra interno ed esterno.


Pianta del progetto_a partire da in alto a sinistra: pianta piano terra-piano primo- piano secondo_piano tetto


Vista generale della conformazione



Bibliografia

  • Suzuki Akira, Terada Mariko, Archilab Japan 2006, Hyx Publisher
  • Sito ufficiale qui

15 ottobre 2012

LIFE AND SHELTER ASSOCIATES_Foo


Tokyo, 2001

Il lotto si trova a Tokyo in un'area centrale e presenta la caratteristica forma ad “asta con bandiera” (hatazao). 

L’abitazione presenta al suo interno un’area ufficio e un open space per ospitare una galleria espositiva o diversi eventi culturali.

La morfologia di questa costruzione è composta da una serie di volumi suddivisi da sottili muri dalle linee sinuose. Gli spazi interni presentano una larghezza che va da 1,7 a 2,7 m, mentre l’altezza del soffitto varia da 1,7 e 3,1 m.  


Pianta del quartiere

A partire da sinistra_ pianta piano terra- piano primo- piano secondo

Prospetto dalla strada


Bibliografia
  • Suzuki Akira, Terada Mariko, Archilab Japan 2006, Hyx Publisher, 2006, pp.156-157
  • Sito ufficiale dello studio qui

3 ottobre 2012

KEI’ICHI IRIE C-HOUSE

Tokyo, 2001


La casa si trova nel quartiere Arakawa, nel centro di Tokyo, in una zona caratterizzata dalla presenza di piccole abitazioni distribuite sul territorio in modo disordinato. Si tratta di un’area che è stata totalmente distrutta durante la seconda guerra mondiale e dove, in seguito, gli edifici sono stati ricostruiti senza alcun criterio urbanistico.
La C- House si contrappone a questo contesto formando una geometria chiara e riconoscibile sia nel disegno sia nella scelta dei materiali. Parte di un complesso di tre abitazioni, l’edificio è stato commissionato dal proprietario di un’industria alimentare.
Il prospetto principale della casa, che corre parallelo alla strada pubblica, è completamente chiuso e articolato soltanto dall’aggetto di un piccolo volume bianco adibito a cella frigorifera.
Il prospetto d’ingresso verso la strada privata è invece interamente trasparente al piano terra e chiuso al primo piano, in corrispondenza della camera padronale, contenuta in un volume grigio che sembra galleggiare sopra la parete vetrata.
Due grandi aperture svolgono la funzione di illuminare gli interni: la vetrata al piano superiore guarda verso il cielo e rimanda la luce sulla parete color arancio, mentre quella a livello dell’ingresso è rivolta verso la città e crea una forte relazione tra spazi interni e spazi esterni, consentendo un contatto diretto con la comunità circostante. L’abitazione si compone di quattro semplici camere da letto, disposte lungo il corridoio vetrato al piano terra, e di un unico spazio comune al piano superiore, espressamente richiesto dal committente.
Il primo piano è suddiviso mediante le scale in due zone parallele, rispettivamente di due e tre metri di larghezza. La fascia più larga, che si affaccia sul corridoio sottostante, è destinata all’ambiente di soggiorno e alla sala da pranzo, quella più stretta, leggermente rialzata e completamente aperta alla vista del lungo tavolo di cristallo, ospita la camera da letto del proprietario, separata dall’altra zona mediante un pannello scorrevole che riprende il fusuma, il sistema di pareti mobili tipici della casa tradizionale giapponese.
Le quote crescenti del pavimento, procedendo dalla cucina verso il soggiorno, permettono di differenziare le funzioni del grande tavolo. Di fronte alla zona cottura il piano in cristallo, alto 90 cm, può essere utilizzato per preparare gli alimenti. Dopo un primo gradino, l’altezza scende a 70 cm e il tavolo viene usato per consumare i pasti; mediante altri due scalini l’altezza si riduce a 35 cm consentendo di sedersi a terra per celebrare la cerimonia del tè, secondo le tradizioni giapponesi.


Pianta piano terra
Pianta piano primo

A sinistra: sezione_ a destra: prospetto laterale

Scorcio










Bibliografia




  • AAVV “C-house Kei’ichi Irie”, Casabella, n.708, febbraio 2003
  • Sito ufficiale del progettista qui


6 settembre 2012

SOU FUJIMOTO_PRIMITIVE FUTURE (N HOUSE)

Progetto non realizzato, 2001


Quest’intera costruzione è composta da strati di piastrelle separate una dall’altra da 350 mm. Sedie, tavoli, pavimento, tetto, scaffalature, luce, struttura, giardino, ogni cosa è ordinata attorno alla misura di 350 mm, un riferimento alle misure relative al corpo umano e al suo relazionarsi con lo spazio attorno: l’altezza di 350 mm per una sedia, due volte (700 mm) per un tavolo, mezza (175 mm) per i gradini della scala.
Questo spazio, dalle caratteristiche eterogenee, si presenta come una successione di diversi livelli: 350 mm diviene così la misura per la realizzazione di una nuova architettura che si relaziona al corpo umano.
Gli occupanti di questi spazi si troveranno quindi ad assegnare una diversa funzione ai differenti livelli a seconda delle loro esigenze, creando così una configurazione spaziale- funzionale che diventerà la loro casa.
L’intento non è quello di realizzare una macchina per abitare, ma di creare un ambiente nel quale vivere: si tratta di uno spazio primitivo, una casa in cui l’uomo è spinto a cercare di fare qualcosa, di sperimentare, così come, in effetti, è sempre stata la “natura” umana.
Schema di distribuzione

Foto del modello_ Biennale di architettura Venezia 2010

Foto del modello_ Biennale di architettura Venezia 2010

Bibliografia

  • Suzuki Akira, Terada Mariko, Archilab Japan 2006, Hyx Publisher, 2006, pp.110-115
  • Primitive future alla Biennale di Venezia del 2010 qui
  • Intervista a Sou Fujimoto qui

1 settembre 2012

TOYO ITO_T- HOUSE

Tokyo, 2000


La casa, localizzata nel quartiere di Setagaya a Tokyo, è destinata a una coppia e al loro figlio maggiore. Nonostante occupi una zona densamente abitata, il sito gode di una piacevole vista sull’ampio giardino della residenza a lato. Verso questo giardino, cioè verso l’interno del lotto, si affacciano la stanza dei genitori e il soggiorno al piano superiore.
I committenti, titolari di uno studio di grafica, desideravano una casa in cui non esistesse alcuna separazione tra gli spazi per la vita privata e quelli destinati al lavoro. Le funzioni richieste sono ospitate in un parallelepipedo di due piani: gli ambienti si sviluppano intorno a una hall d’ingresso a doppia altezza, illuminata da ampie vetrate, che si estendono dal pavimento al soffitto. L’ingresso si trova quasi al centro di uno dei lati lunghi della pianta rettangolare e si raggiunge lungo un sentiero che corre a nord della facciata principale.
Al piano terra si trovano le due stanze da letto, i servizi e il garage, mentre al piano superiore il soggiorno-pranzo e l’atelier di grafica. A questo livello i progettisti hanno voluto creare uno spazio unico, che può essere diviso mediante pannelli scorrevoli vetrati. Questa tecnica, derivante dall’architettura tradizionale giap giapponese, consente di variare la qualità e la dimensione degli spazi e dona agli ambienti una luce calda e diffusa.
L’atelier è situato nella zona della casa rivolta verso la strada da cui è isolato visivamente attraverso una vetrata opalina che risolve il fronte su strada e permette allo studio di ricevere luce sufficiente: solo una piccola finestra consente l’aereazione e la vista sull’intorno.
Per quanto concerne i materiali, la struttura portante è eseguita in cemento armato, le pareti interne sono intonacate, i pannelli divisori realizzati in legno e in vetro, i pavimenti in quercia giapponese e i soffitti in legno compensato.



Pianta del quartiere

Pianta piano terra

Pianta piano primo

Sezione 

Sezione

Prospetto laterale visto dalla strada






Bibliografia


  • Maffei, Andrea, a cura di, Le opere i progetti gli scritti Toyo Ito, Electa, Milano, 2001
  • Longobardi, Giovanni, a cura di, Toyo Ito, antologia di testi su l’architettura evanescente, Edizioni Kappa, Roma, 2003
  • Il progetto sul sito ufficiale di Toyo Ito qui
  • Un interessante trattato sulla T- house qui