Banana Yoshimoto


Questa breve introduzione su Banana è liberamente tratta da “Il mondo di Banana Yoshimoto” di Giorgio Amitrano, che offre una panoramica a 360° sul mondo dell’autrice, spaziando ben oltre il contesto strettamente letterario.
Banana Yoshimoto è una delle scrittrici più lette ed ammirate dai lettori italiani grazie soprattutto al suo modo di scrivere molto semplice e diretto, che, alla prima impressione, può rimandare ad un racconto di fiabe per la sua innocente scorrevolezza, ma in realtà si trova ad affrontare tematiche intrise di malinconia e solitudine.
Spesso, leggendo i suoi romanzi, ci si immerge in un’atmosfera molto particolare, quasi ovattata e pacata, come dentro la boccia dei pesci rossi, che apparentemente minimizza e tratta quasi con distacco e rassegnazione le più grandi tragedie della vita.
Le sue storie però non vogliono legarsi a sentimenti negativi, ma si aggrappano con forza alla speranza e al voler risorgere, come una fenice, dalle proprie ceneri.
Letteratura e Natura
I suoi romanzi fondono assieme la poesia giapponese della brevità, i sentimenti e la natura: la scrittrice ama soprattutto il modo delicato in cui mutano le stagioni, ma anche come tutta quest’atmosfera si riflette nell’intorno, negli atteggiamenti delle persone, nel loro relazionarsi con l’ambiente circostante, secondo lo spirito del bonsai in una compensazione equilibrata tra microcosmo e macrocosmo.
Non si tratta mai di spazi immensi, ma di piccoli giardini con foglie, rami, avvolti dalla luce giapponese: un microcosmo dove tutto si presenta addensato, separato dall’intorno, distaccato da quello che accade al di fuori di esso.
In questo modo si viene spesso a contrapporre allo spazio intimo e rassicurante del giardino di casa,  l’idea della grande e pullulante metropoli, molto spesso presente nei suoi romanzi, dove i protagonisti si trovano a vivere o a passare attimi della propria esistenza. In questi spazi così diversi la natura emerge dalla nera silhouette dei grandi edifici a contrasto con il cielo di un colore intenso.
Letteratura e Manga
Il suo linguaggio è molto vicino a quello dei manga, per il suo essere semplice ed incisivo, da lei stessa giustificato dal fatto di essere cresciuta a base di fumetti giapponesi, film (quelli di Dario Argento) e musica.
L’influenza nello specifico dello shōjo manga è evidente nell’uso del linguaggio della scrittrice ma si può notare anche nello stile del periodo. Infatti nei suoi romanzi Banana rivoluziona, a volte, la gerarchia degli elementi del discorso con un procedimento simile a quello del manga: l’autrice raggruppa e sintetizza in rapidi passaggi vari punti di vista, pensieri, percezioni, tralasciando raccordi didascalici.
Nei suoi romanzi la densità della narrazione è spesso sul punto di rarefarsi, come se la mente razionale non riuscisse più a trattenere le emozioni, che, liberate, si riorganizzano in forme nuove come i cristalli in un caleidoscopio.
Letteratura e Arte
La copertina del libro è parte integrante nei lavori della scrittrice come spiega chiaramente nel Postscriptum di Presagio triste (Kanashii yokan): “I miei ringraziamenti a Hara Masumi, illustre musicista. Mi sembra ancora un sogno che abbia disegnato la copertina per me.”
Le immagini di questo musicista-pittore hanno un tratto inconfondibile: le sue figure femminili, dalle fattezze primitive, emanano un’infinita malinconia.
I loro occhi sono molto grandi, ma non è ai fumetti che fanno pensare: i loro visi esprimono stati d’animo diversi che vanno dalla noia, al desiderio, all’allegria alla disperazione. Hara riesce a far trasparire tutte queste sfumature di sentimenti ai suoi personaggi ma da tutti loro emerge sempre una dose di malinconia: vi è malinconia nella noia, nel desiderio, nell’allegria, persino nella disperazione.
L’anima più vicina a Banana sembra però essere Nara Yoshitomo, che inizia la collaborazione con la scrittrice disegnando la copertina e le illustrazioni di H/H.
Nei suoi lavori l’infanzia è  sempre presente e, proprio come nei libri di Banana, appare come uno stato di innocenza, coltivato con fermezza e determinazione, con grandi capacità di svalorizzare la violenza e la crudeltà del mondo adulto.
Protagoniste assolute sono le bambine, che, a volte appaiono serene e sognanti, ma in alcuni casi mostrano evidenti cicatrici segno di violenza.
Conquistare e crescere
Ciò che distingue Banana dagli altri scrittori è che per lei la scrittura sembra essere un naturale prolungamento dei sensi, come qualcosa di spontaneo che fa parte del suo essere, e riesce a mettere in risalto questa caratteristica: una voglia di “conquistare e crescere”, come lei stessa afferma nel postscriptum a Kitchen, molto più sentita, rispetto al fermarsi a riflettere e a correggersi.

Il mondo di Banana Yoshimoto di Giorgio Amitrano (1999). Nuova edizione Feltrinelli 2007



Bibliografia

Kitchen (Kitchin, 1988), Feltrinelli 1991.

Presagio triste (Kanashii yokan, 1988), Feltrinelli 2003.

Sonno profondo (Shirakawa yofume, 1989), Feltrinelli 1994.

Tsugumi (Tugumi, 1989), Feltrinelli 1994.

N.P. (N.P. 1991), Feltrinelli 1992.

Lucertola (Tokage, 1993), Feltrinelli 1995.

Amrita (Amurita, 1994), Feltrinelli 1997.

Sly (Sly, 1996), Feltrinelli 1998.

L’ultima amante di Hachiko (Hachiko no saigo no koibito, 1996), Feltrinelli 1999.

Honeymoon (Hanemūn, 1997), Feltrinelli 2000.

H/H (Hādoboirudo/ Hādorakku, 1999), Feltrinelli2001.

La piccola ombra (Furin to Nanbei, 2000), Feltrinelli 2002.

Il corpo sa tutto (Karada wa zenbu shitte iru, 2000), Feltrinelli 2004.

Arcobaleno (Niji, 2002), Feltrinelli 2003.

L’abito di piume (Hagoromo, 2003), Feltrinelli 2005.

Ricordi di un vicolo cieco (Deddoendo no omoide, 2003), Feltrinelli 2006.

Il coperchio del mare (Umi no futa, 2004), Feltrinelli 2007.

Chie-chan e io (Chichan to watashi, 2007), Feltrinelli 2008.

Delfini (Iruka, 2006), Feltrinelli 2010.

Un viaggio chiamato vita (Jinsei no tabi yuku, 2006), Feltrinelli 2010.

High & Dry, Primo amore (High and Dry (Hatsukoi), 2004), Feltrinelli 2011.


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